≡ Menu

Millenium 2.0

 

 

1.L’“aldilà catodico”

La passione spiritistica esplose sul finire del secolo scorso. Ripescando antiche formule necromantiche unite alla rinfuse con teorie karmiche e a metodi di verifica scientifica propri dell’epoca, si cercava di razionalizzare la possibilità di entrare in contatto diretto con entità che operavano in una dimensione parallela al mondo dei viventi (…) Presenze consimili si muovono attualmente dietro lo schermo televisivo. Oggi come allora è un “medium” ad evocarli e a fornire loro parvenza umana attraverso un “ectoplasma” luminoso ed impalpabile.

(Gianluca Nicoletti, Ectoplasmi, Esistere nell’aldilà catodico; il potere medianico della televisione, Baskerville, Bologna 1994)

Il primo marzo 1888 un singolare personaggio di nobili origini, il Conte Samuel Liddell MacGregor Mathers, fondò a Londra, insieme all’anziano medico dottor William Robert Woodman e a William Wynn Westcott, il coroner del distretto nord-est della città, il primo Tempio (intitolato a Iside-Urania) di quella che –pur restando attiva nella sua forma originaria solo fino al 1903 circa- sarebbe rimasta famosa come la più importante società segreta a carattere iniziatico del secolo, l’Ordine Ermetico della Golden Dawn (“Alba Dorata”).

[ Leggi tutto ]

37 – Technoavatar

 

 

L’Avatar è considerato nella tradizione indù una “manifestazione del divino”, un’incarnazione umana – per usare un concetto d’ambito cristiano – della potenza metafisica, una diretta emanazione del sacro. L’avatar ha il compito e la destinazione di “significare” la realtà terrena dal particolare punto di vista ultraterreno, ed è una prova, ed insieme un aiuto, offerti agli uomini della comunità in cui si manifesta.

[ Leggi tutto ]

 

 

Non sta al sole raggiungere la luna 
e neppure alla notte sopravanzare il giorno. 
Ciascuno vaga nella sua orbita.
Corano, XXXVI, 40

 

Alla radice delle diverse visioni del mondo, e di conseguenza alla radice delle diverse visioni di ogni singola parte del mondo, c’è essenzialmente una diversa visione, o concezione, della Natura.

[ Leggi tutto ]

 

 

Come talvolta è stato fatto notato dagli storici della scienza, nelle culture pre-scientifiche dominava una descrizione simbolica del mondo svolta secondo un registro fondamentalmente binario, la quale, muovendo dalle immagini archetipiche del binomio cosmico sole-luna, ad esso faceva corrispondere analogicamente ogni ente manifestato ed ogni suo aspetto: il giorno e la notte, il bianco e il nero, il maschile e il femminile. Questa bipartizione di base veniva però spesso concepita nella dinamica di un’alternanza incrociata, secondo una legge naturale per la quale ogni ente manifestato in un ordine di esistenza sottoposto al dominio binario, deve per definizione ritrovare anche in se stesso tale bipolarizzazione. Come in una infinita catena di scatole cinesi, ogni ente che secondo l’impianto “figura-sfondo” partecipa dell’idea della “figura” o dello “sfondo” (per esprimerci secondo un simbolismo visivo), deve a sua volta ritrovare in sé una identica bipartizione dei suoi elementi costitutivi, e così all’infinito. Per questo motivo alla base delle catene simboliche tradizionali si ritrova spesso – più che il simbolo binario – quello del quaternario. Il numero 4 e la sua raffigurazione iconica, il quadrato (che poi diventa cubo, casa etc.), corrispondono sempre ad una raffigurazione simbolica del “mondo” nel suo insieme, inteso sul suo versante più propriamente materiale.1

[ Leggi tutto ]

 

 

There is a war between the rich and poor
There is a war between the man and the woman.

Leonard Cohen

Così cantava molti anni fa un cantautore americano che nella seconda metà dello scorso secolo ha interpretato fedelmente lo spirito della rivoluzione politica e culturale di quegli anni, fortemente connotata ad un’ideologia della “rivendicazione dei diritti” riferita ad un grande numero di gruppi sociali considerati come “minoranze”. Alla luce di una analisi della società di ispirazione fondamentalmente marxista – allora dominante, fra la maggioranza degli artisti e degli intellettuali di tendenza – tali “minoranze” risultavano essere sottoposte ad un potere politico ed economico che le relegava in una condizione di assoggettamento a qualche – diretta od indiretta – forma di “sfruttamento”: sfruttamento degli appartenenti alle classi superiori nei confronti di coloro che facevano parte di quelle più popolari o – a cascata – sfruttamento da parte di chi deteneva – o era considerato detenere – una qualche forma di “potere” all’interno di una qualsiasi struttura sociale, verso chi a tale presunto potere risultava in qualche modo subordinato. A questa interpretazione delle dinamiche sociali, non sono certo sfuggite quelle interne a ciò che era considerata allora la cellula stessa della società , la famiglia.

[ Leggi tutto ]